Aprire un cocktail bar di successo: alcune semplici regole da seguire

Moltissimi ragazzi e ragazze tentano la strada dell’imprenditorialità in Italia ogni giorno e il sogno di molti è poter fare un lavoro che possa essere divertente e allo stesso tempo redditizio. Uno dei settori più amati dai giovani è il mondo della notte e, spesso e volentieri, l’idea di aprire un cocktail bar per diventare il nuovo punto di riferimento in città si fa strada nella mente di molti ragazzi.

All’interno delle prossime righe abbiamo così deciso di riassumere una piccola roadmap da seguire per poter iniziare a valutare l’idea di aprire un cocktail bar, partendo dal posizionamento, dai costi e arrivando alla creazione di un business plan che ci permetterà di capire se la nostra idea potrebbe essere vincente o meno.

Il posizionamento del locale: l’arma vincente

Per prima cosa dovremo capire come si posizionerà il nostro locale. È chiaro che parliamo di un cocktail bar, ma difficilmente potremo avere successo se ci limiteremo ad avere una classica drink list con dei prezzi medi per il nostro mercato di riferimento.

Per avere successo bisogna differenziarsi dai propri competitor e quindi posizionarsi nella mente dei nostri futuri clienti. La domanda è questa: cosa possiamo fare in modo particolare che gli altri concorrenti in zona non hanno ancora fatto?

Potremmo specializzarci su un cocktail in particolare, come ad esempio il gin – tonic, e creare un assortimento di gin di nicchia che gli altri non hanno. Altrimenti potremmo creare un ambiente particolare, con un arredo a tema.

Alternativa molto valida è quella di creare un locale adatto ad un particolare pubblico, come ad esempio gli universitari in zona: materie prime di qualità relativamente bassa che ci permettono di avere prezzi molto bassi ed accessibili per i giovani con poco budget per le loro serate.

L’importante è trovare un’idea su cui battere.

I costi da affrontare

Arriviamo così a preventivare i costi. Di cosa avremo bisogno?

Per prima cosa troviamo il locale da affittare: scegliete una zona trafficata, meglio ancora se vicina ad uno dei punti nevralgici della movida cittadina e cercate di pattuire un canone di affitto ragionevole.

A questo punto bisogna pensare al personale: valutate se vi serviranno almeno un bartender e due figure per il servizio ai tavoli e la cassa. Cercate di dedurre il costo lordo dello stipendio che vi troverete ad affrontare dal ccnl dei Pubblici Esercizi.

Arriviamo così all’occorrente, cioè i costi fissi per i macchinari e gli arredi per l’apertura. Il bancone di certo non sarà una spesa da poco, come di conseguenza l’arredo se avete scelto un tema particolare. Possiamo affermare che in media sarà necessario un investimento di almeno 50.000 €.

Non sottovalutate i macchinari, cercando però di rimanere focalizzati sulla parola “cocktail”, evitando così di appesantire la struttura con una cucina che di certo non semplifica le cose.

Indispensabili per partire, oltre al classico servizio di bicchieri, sono una lavastoviglie professionale e una macchina del ghiaccio.

Un cocktail bar senza questi due elementi di certo non riuscirà a lavorare in modo efficiente.

A proposito della macchina del ghiaccio, per la quale è necessario puntare su un prodotto professionale e che possa durare nel tempo, ci sentiamo di visitare il sito web Projectfood, dove potrete trovare diversi modelli di macchine per il ghiaccio perfette per ogni tipo di locale, con la possibilità di consultare i prezzi per avere una stima più chiara dei costi da affrontare.

Il business plan

A questo punto siete pronti per stendere un piano economico in modo da capire se la vostra idea potrà essere vincente e quanto potrà costarvi.

Inserite in un foglio Excel tutti i costi fissi (affitto, ammortamento macchinari, personale) e i costi variabili (le materie prime per i drink e i costi dell’energia) in modo da capire i prezzi che potrete applicare alle proposte presenti nel vostro menù.

Alternativa molto efficace è quella di sfruttare il calcolo del drink cost, in modo da applicare subito i prezzi per poi stabilire quante vendite dovrete fare mensilmente per abbattere costi fissi, costi variabili e ottenere così gli utili desiderati.