Fibre Naturali Ecocompatibili: Quali Sono?

L’utilizzo delle fibre naturali si è fatto strada nell’ultimo periodo, ormai la sua percentuale è salita al 40%, ma nonostante ciò quelli che hanno la meglio sono ancora i tessuti sintetici ed artificiali.

I diktat della moda cercano sempre più di orientare il proprio lavoro verso l’utilizzo di tessuti che nella loro produzione non hanno subito l’utilizzo di prodotti chimici ed inquinanti.

Quali sono le fibre naturali ecosostenibili? Questa può essere la domanda che molti di pongono, perché ormai troppo abituati al mercato del sintetico, di seguito cercheremo di dare una risposta a questa domanda, cercando anche di capire insieme quale siano i campi dove vengono maggiormente utilizzati e come.

Le fibre naturali

Se siete abituati a pensare solo al cotone come fibra naturale state sbagliando. Ne esistono più tipi di quanti ne pensiate. Oltre al cotone prodotto in molti Stati del mondo, come Cina, Stati Uniti, Pakistan, India, Turchia e Brasile, altre fibre totalmente naturali sono:

  • La juta
  • Il sisal
  • La canapa
  • La fibra di cocco
  • Il lino

Canapa

Molto apprezzata per via del suo colore bianco, infatti è l’unica fibra che non ha bisogno di trattamenti con solventi per darle una colorazione candida, trova difficile l’ampliamento del suo utilizzo in ambito tessile, per via di quello che ne viene fatto in altri campi, al momento è stata trovata una qualità le cui foglie sono prive di principi psicoattivi.

Il suo Habitat naturale è quello delle zone con un clima mite, viene raccolta, macerata e e sfibrata per ottenere la fibra tessile. La pianta cresce piuttosto velocemente, può arrivare in pochi mesi anche a 7 metri di altezza.

Il suo utilizzo nell’ambito dell’abbigliamento è ancora acerbo, ma non sono difficili da trovare i sacchetti per abbigliamento o per i giocattoli dei vostri bambini.

Juta

La juta è uno dei tessuti più popolari e che tra i primi viene in mente quando si parla di tessuti naturali ecocompatibili. È infatti una delle fibre tessili più antiche della storia, ed era il materiale preferito per la realizzazione di corde e di sacchi per il contenimento di materie prime, specie quelle alimentari.

La fibra di juta, oltre ad essere totalmente naturale, è anche molto resistente e robusta, ma leggera; ed in più è completamente ecocompatibile. Certo, rispetto ad altre fibre tessili naturali è molto più difficile utilizzarla per la realizzazione di vestiti, anche se grazie alle sue proprietà si mescola bene con la seta, e può essere utilizzata nella realizzazione di capi misto seta.
Dove però la juta restituisce il proprio massimo risultato è nella creazione di complementi d’arredamento in juta, nei sacchetti di juta e soprattutto nei tradizionali sacchi di juta.

Lino

Viene spesso usato per la biancheria di casa, come lenzuola, tovaglie ed asciugamani. Forse non tutti sanno che esistono diverse varietà di questa fibra e la scelta deve ricadere su una piuttosto che su un’altra a seconda dell’utilizzo che se ne intende fare.

Le fibre più sottili sono utilizzate per i ricami e per pizzi e merletti. Ciò che lo contraddistingue è una certa rigidità che dona ai capi un aspetto stropicciato e vissuto.

Bamboo

La fibra di bambù risulta molto più resistente del cotone, essa ha proprietà anti-microbiche, anti-batteriche e di schermo per i raggi UV. Inoltre favorisce il mantenimento della temperatura corporea, riesce a tenerla di 1 o 2 gradi inferiore rispetto a quella percepita all’esterno, questo grazie alla sua capacità di assorbire i fluidi corporei, è molto utilizzata per la creazione di indumenti leggeri e traspiranti.

Tipica delle zone tropicali e sud tropicali, la pianta del bambù si adatta a diverse condizioni meteo, tanto che sarebbe possibile coltivarla anche in giardino, ponendo molta attenzione, essendo una pianta infestante.

Per la sua crescita non ha bisogno nè di mangimi, nè di pesticidi, è inoltre in grado di assorbire molta più anidride carbonica e liberare molto più ossigeno.

L’utilizzo delle fibre di bambù è molto rilevante in diversi settori come può essere quello del mobilio, per quanto riguarda il ramo tessile, perlopiù viene utilizzata per la biancheria da bagno come teli e asciugamani, per la biancheria intima, per materassi, cuscini e guanciali, considerando la sua capacità di adattarsi perfettamente alle curve del corpo.

La fibra di cocco

Il migliore utilizzo che si può fare di questa fibra è quello di lasciarla al naturale e lavorarla senza provvedere a trattamento di alcun genere. Molti sono i marchi che ad oggi hanno deciso per il suo utilizzo, per una corretta valutazione occorre capire che tipologia di fibra di cocco è stata utilizzata.

  • polvere: è la parte che resta dopo il lavaggio e il tamponamento, è detto anche midollo, ha un’ottima capacità di ritenzione idrica ed è una base perfetta dove far germogliare i semi;
  • grezzo: una pezzatura più grande con filamenti fibrosi al suo interno, è un’eccellente fonte di sacche d’aria;
  • truciolato: è composto da trucioli di grande dimensioni e fili fibrosi, non ha ancora una classificazione come substrato organi.

Occorre determinare un mix perfetto di queste tre tipologie per avere il prodotto da impacchettare e spedire per le produzioni.

Ortica

Si può sembrare strano a primo impatto, ma l’ortica già ai tempi di Napoleone era utilizzata per fare i tessuti delle divise dei commilitoni.
Le caratteristiche dell’ortica ne permettono la coltivazione senza ricorrere in modo eccessivo a fertilizzanti e concimi di tipo chimico. Le sue fibre sono molto simili a quelle del lino e ha buone caratteristiche termoregolatori e traspiranti.
Per arrivare alla filatura e alla tessitura, le fibre vengono innanzitutto macerate, e poi stigliate, secondo un processo volto a dividere le fibre dalla parte legnosa.
In Italia nel 2007 era partito un progetto per l’utilizzo dell’ortica, ma purtroppo non è mai decollato.