Magneti: tipologie e materiali 

I magneti, fin dall’antichità, sono stati utilizzati dall’uomo in diverse attività della vita quotidiana. Il magnete, per definizione, è un corpo che genera un campo magnetico e questa sua caratteristica lo ha reso utile in numerosi settori, tra cui quello industriale e scientifico.

Il campo magnetico generato da un magnete, crea a sua volta due poli, uno orientato a sud e uno a nord. Il campo, che entra nel magnete al polo sud ed esce in quello nord, ha effetto attrattivo o repulsivo verso altri materiali, a seconda di quella che è la loro polarità.

Nel corso degli anni sono state create diverse tipologie di magneti che si contraddistinguono per dimensioni, funzioni, forme, materiali e livello di potenza.

I magneti, come detto, per via delle loro caratteristiche trovano regolarmente grande impiego in numerosi settori industriali.

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I magneti permanenti

Una delle tipologie di magneti che maggiormente sono utilizzate nella vita di tutti i giorni è quella dei magneti permanenti.

Il classico esempio che si ha spesso sotto gli occhi è rappresentato dalle calamite che si utilizzano per abbellire i propri frigoriferi, ma anche da quelle che sono regolarmente presenti su borse e gioielli. Questi sono ovviamente gli utilizzi più conosciuti, ma i magneti permanenti trovano impiego in numerose attività.

I magneti permanenti sono generalmente realizzati in neodimio, nichel o acciaio. Nel momento della produzione non sono magnetici, ma vengono magnetizzati in un secondo momento a contatto con un campo magnetico esistente.

La loro caratteristica è quella di esercitare un’attrazione permanente su tutti i materiali ferromagnetici (come ferro, cobalto e nichel) e ferrimagnetici (ferriti).

Nella vita di tutti i giorni sono utilizzati, tra le tante cose, per le forniture d’ufficio e per le chiusure magnetiche di borse e gioielli. Nel settore industriale e scientifico trovano impiego nel campo meccanico ed elettronico.

I magneti temporanei e gli elettromagneti

I magneti temporanei hanno potere attrattivo solo quando si trovano all’interno di un campo magnetico. Una volta tolti dal campo magnetico, infatti, perdono questa caratteristica e non sono più in grado di esercitare attrazione.

Un altro caso è quello degli elettromagneti che sono costituiti, in sostanza, da una bobina al cui interno scorre una dose di corrente. In questo caso il campo magnetico si forma grazie alla presenza di un nucleo di ferro aperto che si trova all’interno della bobina e che entra in contatto con l’elettricità.

La possibilità di gestire e regolare la forza d’attrazione tramite la corrente, permette agli elettromagneti di essere molto utili sia in campo industriale che scientifico.

I magneti in ferrite e in neodimio

I magneti possono essere principalmente di due materiali: ferromagnetici o ferrimagnetici.

I materiali ferrimagnetici, come possono essere ferro e acciaio, sono molto resistenti al calore, ma hanno una forza di attrazione rispetto ai materiali ferromagnetici come il neodimio. Motivo per cui hanno anche un prezzo inferiore.

I magneti al neodimio, che rientrano nella categoria dei ferromagnetici, sono considerati tra i più forti e quindi anche tra i più costosi. Le leghe messe a punto ultimamente, miste con  ferro e boro, permettono a questi magneti di esercitare una forza attrattiva maggiore di un magnete permanente.